28 Agosto 1963. Martin Luther King pronuncia, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, il famoso discorso “I have a dream” in cui esprimeva la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi. Questo discorso è sicuramente uno dei più famosi del ventesimo secolo, ed è diventato simbolo della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti e nel mondo. Non credo che oggi, a distanza di oltre cinquanta anni da allora, si sia raggiunto il massimo grado di integrazione tra bianchi e neri e la strada verso questo traguardo è ancora lunga (pensiamo al caso di George Floyd a Minneapolis). Del resto l’integrazione è lontana a prescindere dal colore della pelle. È il concetto stesso di “diverso” che fa paura e impedisce quella inclusione che pur sarebbe auspicabile affinchè l’umanità migliori.
Ad ogni modo, Martin Luther King resta uno dei personaggi storici più carismatici e la sua lotta per l’integrazione razziale appare una delle più entusiasmanti e passionali che sia mai stata condotta. Vale la pena leggere, quindi, almeno alcuni passi, del suo famosissimo discorso:
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.”