Oggi dopo una lunga pausa torno in classe. I miei studenti tornano in classe.
Ingressi scaglionati, percorsi prestabiliti, dispenser di liquidi igienizzanti disseminati lungo le pareti, tanto personale aggiuntivo che dirige il “traffico” nei corridoi.
Un intenso profumo di alcool è appena percepibile dietro le mascherine che ci coprono gran parte del viso. Lo sguardo consente di percepire le Emozioni che ci portiamo dentro tutti, docenti e studenti.
C’è la gioia di ritrovare luoghi noti e l’entusiasmo di iniziare un nuovo percorso … di studi, di Vita.
C’è la paura di contrarre questo virus ancora sconosciuto eppure così aggressivo, soprattutto con gli anziani.
Leggevo tempo fa che il termine deriva dal latino “virus” che significa “veleno” e designa un gruppo di organismi di natura non cellulare e di dimensioni infinitesimali, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria all’interno della cellula umana.
Se ci pensate … quanto timore a fronte di un esserino che misura da 20 a 300 milionesimi di millimetro!!
Timore che ci ha spinto ad organizzare le lezioni in maniera talmente dettagliata che il regolamento della NASA ci fa un baffo!
I ragazzini di prima sono quasi terrorizzati ed ascoltano quanto i docenti si affannano a spiegare loro senza proferire verbo. Del resto, l’uso della mascherina sembra stroncare sul nascere qualsiasi timido tentativo di instaurare un confronto con i loro insegnanti.
Leggo il Regolamento di Disciplina. Diritti e Doveri degli studenti. Ipotesi prese in considerazione … di ritardo alle lezioni, di assenze, di rottura di suppellettili, di trasmissione di video, foto e dati non autorizzati, di partecipazione alle lezioni a telecamere spente, microfoni accesi, familiari in pigiama che passeggiano alle spalle dello studente … mi guardano. Ci guardiamo. Spiego loro che le regole fanno parte del vivere civile. Che senza regole non è concepibile lo stesso vivere in società. Che ad ogni regola, che non sia prettamente morale, etica o di buona educazione, è collegata una sanzione che va comminata allorquando la regola non viene osservata. E così, anche per loro che dovessero trasgredire alle norme del Regolamento sono previste sanzioni disciplinari che però … aggiungo … noi preferiremmo non applicare.
Poi mi fermo … li guardo … guardo me stessa alla loro età … facendo un doppio tuffo carpiato all’indietro di oltre trent’anni … e dico loro di aver pazienza, di comprendere che è un momento storico delicato, che c’è la necessità di essere più zelanti del solito perché, se uscire dalla classe facendo “caciara” ed abbracciandosi festanti al suono della campanella era prima soltanto questione di opportunità e di rispetto per i luoghi di trasmissione del “sapere”, appare oggi fondamentale per impedire al Covid di entrare nelle loro giovani Vite ed, attraverso le stesse, in quelle meno giovani dei loro genitori, arrivando finanche a mettere in serio pericolo quelle dei nonni e dei loro familiari più anziani.
Non so se l’adolescenza lo consente. Non so se questo genere di Consapevolezza si acquisisce con l’avanzare dell’età. In parte … forse.
Perché tanti adulti necessiterebbero di “Regolamenti di disciplina” come e più di tanti adolescenti. Come e più necessitano dei loro Sorrisi e della loro Gioia di Vivere che costituiscono tra le motivazioni più forti che spingono un docente a svolgere la propria nobile Professione … anzi, direi, Missione!!!