Non finirà mai.

Oggi l’ennesimo femminicidio in provincia di Torino.

Un magazziniere di quarant’anni che, non sopportando l’idea della imminente separazione legale, ha sterminato la sua famiglia, uccidendo la moglie, i due figli gemelli di appena due anni e perfino il cagnolino al quale erano tanto legati. Lui si è tolto la vita quando ha portato a termine il suo drammatico piano di sterminio familiare. Siamo di fronte all’ennesimo caso di un uomo che preferisce la Morte alla Sofferenza, quella che è comprensibile possa provare chi vede naufragare un progetto di vita come il matrimonio e che, soprattutto, è parte integrante della Vita.

La morte alla possibilità che una donna, sua moglie, possa trovare angusto il “piccolo mondo” in cui vive – e che a lui invece appare grande, sicuro e soddisfacente – ed abbia voglia di cambiare, evadere, abbandonare.

La morte al riconoscimento della libertà di sua moglie, alla sua autodeterminazione, al rispetto delle sue scelte … benché queste scelte non piacciano perché non sono “inclusive”, non lo riguardano.

È triste pensare che all’indomani di un’alba importante come quella che ha visto letteralmente sfondare un gigantesco “soffitto di cristallo” come quello della vicepresidenza degli Stati Uniti d’America da parte di Kamala Harris, molti uomini pensano ancora che le donne siano una loro esclusiva proprietà, vantando su di esse un “ius vitae ac necis” assolutamente anacronistico – oltre che incomprensibile – dal quale andrebbero prese distanze incolmabili da parte di chiunque creda e spera in un mondo giusto e privo di discriminazioni … anche di genere!