C’è chi in piena pandemia ed indigenza economica si consente il comportamento irresponsabile di chi innesca una crisi politica adducendo che il populismo di cui si ammanta l’attuale Presidente del Consiglio uccide la democrazia. Il che potrebbe anche corrispondere al vero – tenuto conto della consuetudine del Governo di disporre continuamente tramite decreti legge o addirittura DPCM, di utilizzare messaggi a reti unificate, di spettacolarizzare le liberazioni dei nostri connazionali – senza tuttavia che possa passare in secondo ordine il fatto che il Paese è in preda alla più grande crisi economica e sociale del secolo, e che questo comporterebbe inevitabilmente una presa di coscienza da parte di tutti gli esponenti politici attualmente impegnati nella sua conduzione.
In realtà, Renzi ha tenuto sotto scacco il Governo sin dalla sua nascita e questo non si spiega con il fatto che è il leader di un partito politico che i sondaggi danno al 2%. Tutti noi siamo annichiliti ieri sera dinanzi all’immagine dell’ex “rottamatore” che ritirava le sue “truppe” dal fronte. Truppe che a testa bassa sembravano assecondare l’insidiosa ed incosciente esuberanza del loro leader senza manifestare una propria identità politica benché fossero poi loro gli effettivi componenti di quel Governo che con un lavorio ai fianchi non indifferente si sta tentando di far cadere. Ora Conte farà il pari o dispari. Di recarsi al Colle e rassegnare le proprie dimissioni pare non ne voglia proprio sapere. D’altro canto, non potrà esimersi dal presentarsi in Aula e parlamentarizzare una crisi nata al buio, oppure sfidare Renzi al Senato chiedendo la fiducia ed aggrappandosi ad uno sparuto gruppo di senatori che pare voglia presentarsi sotto l’egida della responsabilità ma che richiama alla mente quel Clemente Mastella che fa storcere il naso un pò a tanti. Insomma … tempi duri per l’Italia e per gli Italiani. Attendiamo i passi per il momento timidi e incerti di chi effettivamente sembra temere più per il proprio futuro politico che per quello reale, ed ahimè affatto roseo, dell’intera Nazione.