Ogni storia ha una sua Vita. E ogni Vita ha mille storie. La mia vita è stata libri, amicizie, passioni, incontri, esperienze, magie … mille splendidi soli e dirompenti uragani. Non ho rimorsi. Non ho rimpianti. Soltanto la consapevolezza di essermi forgiata camminando su tappeti di petali di velluto che nascondevano, a tratti, carboni ardenti. Non mi spaventano i cambiamenti. Rocambolesche avventure segnano i miei passi, scandendone il ritmo. Ho perso amici, lavori, storie d’amore, amanti. Ho attraversato strade, vicoli, sentieri. Ho ammirato paesaggi, menti e cuori. Ho cambiato spesso opinione … soprattutto sulle persone. Quando mi sono accorta che la mela era marcia. A volte l’ho scoperto non appena l’ho addentata; in altri casi, purtroppo, quando ero già al torsolo. È stato allora che ho dovuto ammettere a me stessa di non aver voluto “sentire” che il sapore era già alterato da un po’ … ed io mi ostinavo imperterrita a ritenerla tutto sommato “buona”. Mi sono fermata spesso sul ciglio della strada. Ammaliata da un tramonto sul mare, dalle radici di un albero, dal verso di un usignolo, dal sorriso di un bambino e dal tenersi per mano di due persone anziane. È come se questi scorci di Vita avessero reso più lieve l’incedere, a volte faticoso, del passo, ed avessero contribuito a rendermi schermata dinanzi alle storture inevitabili della vita. Sembra che io abbia il “superpotere” di riempirmi di attimi semplici – ma ai miei occhi sublimi – per attenuare le scosse telluriche che caratterizzano la mia natura vulcanica. Tutto in me rimanda alla viscerale struttura sismica del mio “essere”. La calma che prelude le scosse, i danni provocati dalle macerie, l’abnegazione nella “ricostruzione”, la tempra della resilienza. La sensibilità verso chi resta sopraffatto dal dolore e dalla sofferenza … verso chi non ce la fa. L’empatia verso gli altri. L’indignazione verso gli sciacalli. L’indifferenza, anche … verso chi si professa “salvatore del mondo” alla luce della misera pochezza di cui gode. Il mistero del mondo, si sa, non è alla nostra portata. Svelarne il senso può costituire l’utopia a cui ci si appiglia per affrontare in maniera più ottimistica il Futuro. Ma la chiave per aprire le porte d’accesso alla Felicità le serbiamo nel cuore … spesso in anfratti stretti, oscuri e tortuosi. Dove noi stessi l’abbiamo riposta per essere certi che nessuno ce la porti via, finendo anche per dimenticarne l’ubicazione. Oggi c’è un sole meraviglioso che riscalda l’anima oltre che il corpo. Serviamocene per far luce in quegli anfratti … la posta in gioco è altissima. La nostra Felicità!