Non siamo stati eccessivamente bravi. O più bravi. Siamo stati fortunati. Semplicemente più fortunati. Del resto è così che va la Vita. Si certo: il merito, il talento, la formazione scolastica, l’educazione familiare. Ma poi, quel che conta, è trovarsi al posto giusto al momento giusto. Il c.d. “fattore C”.
L’Italia e la Spagna a confronto. Semifinali di un “Europeo” rovente post Covid.
Giochiamo come ci è più congeniale: a difesa. Secondo quello schema tipico di gioco, conosciuto nel mondo come “modulo all’Italiana”. Marcatura a uomo e 4-2-3-1. Andiamo in vantaggio ma poi senza eccessivo pathos ci lasciamo raggiungere da giovanissimi “guapos” che ambiscono alla vittoria. Si dirà: merito del Gigio nazionale o di quel Jorginho che, con estrema freddezza, ha “infilato” l’ultimo rigore nella porta avversaria. Si dirà: colpa del macroscopico errore di Dani Olmo, giovanissimo giocatore del Lipsia che risultava difficile identificare come “spagnolo”, ricordando piuttosto, i suoi tratti somatici da vichingo, un giocatore tedesco o scandinavo. Alla fine ce l’abbiamo fatta e, indipendentemente da chi ne abbia il merito o la colpa, siamo in finale contro la squadra che uscirà vincitrice dal confronto tra Danimarca e Inghilterra.
Meravigliosa l’esultanza della squadra azzurra, che ha dedicato la vittoria a “Spina”, compagno sventurato in convalescenza per l’infortunio al tendine subito durante la partita con il Belgio. E meravigliosa, a mio parere, la sportività dimostrata da Louis Enrique, allenatore della squadra spagnola, il quale, intervistato al termine della partita con l’Italia, ha dichiarato di aver assistito ad un confronto calcistico dall’alta intensità sportiva ed emozionale e che, durante la finale del campionato europeo, tiferà per l’Italia. Meravigliosa perché è una sportività sana, integra, non intaccata dal dolore che la perdita di una figlia di nove anni per il cancro avrebbe potuto generare.
Perché alla fine la verità è questa: il dolore può distruggerci ed annientare l’ottimismo, lo spirito goliardico, l’entusiasmo, la nostra capacità di avere sogni e visioni confortanti. Oppure, semplicemente, può renderci più profondi, conferire maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca e lucente alle nostre parole.