Una vecchia scatola di scarpe.
Un pannolino con la scritta “Super Star”.
Una coperta bianca a fiori azzurri.
Una bimba.

Fa sempre un certo effetto leggere notizie di cronaca che riguardano bambini abbandonati. Si è portati a condannare la Madre. A puntare il dito verso una donna che, spinta da quelli che ci appaiono incomprensibili motivi, si è privata più o meno consapevolmente del bene più prezioso che è solito rappresentare un Figlio.
Al di là del gesto, che potrebbe essere stato dettato dalla disperazione, dall’egoismo o dalla follia, ciò che più amareggia è che ancora oggi nel 2022 non si opti per una soluzione diversa da quella dell’abbandono dei neonati per strada. Sebbene, infatti, in questo specifico caso, la madre si sia premunita di lasciare la scatola con la bimba nei pressi del Pronto Soccorso Ostetrico di una struttura ospedaliera – presumendo, in tal modo, che la stessa sarebbe stata facilmente individuata da un passante e conseguentemente la neonata debitamente e prontamente assistita – ciò nonostante, la stessa non ha ritenuto opportuno ricorrere a soluzioni che si presentano più in linea con la normativa vigente, partorendo in perfetto anonimato in ospedale ed optando per l’adozione della neonata senza che la sua identità fosse mai svelata.
Questa soluzione, in effetti, le avrebbe garantito non soltanto una costante assistenza prima, durante e dopo il parto, ma anche l’impunità dal reato di abbandono di minori (art. 591 c.p.) al quale risulta attualmente esposta ove mai venisse individuata dalle Forze dell’Ordine. Ha preferito così. Non sapremo mai se per ignoranza o per scelta.
Tuttavia, ciò che renderà questa storia meno triste rispetto ad altre dall’esito più spiccatamente drammatico, sarà l’Amore di chi si prenderà cura della piccola, coronando, magari, un sogno che mai avrebbe pensato si avverasse; ed inoltre, il fatto che Azzurra (il nome gliel’ho scelto io in attesa che qualcuno più accreditato di me lo faccia!) godrà di quell’Amore e dei privilegi che ne scaturiranno conferendo alla Sua Storia il sapore agrodolce di un’alba di fine estate.