Il titolo è fuorviante.

È la storia di quattro donne, ma che non sono casalinghe, almeno secondo l’accezione normalmente attribuita al predetto sostantivo.

Nel romanzo viene, anzi, molto spesso descritto in dettaglio il tipo di attività che le quattro donne svolgono quotidianamente. Di notte, in una fabbrica di confezionamento di cibo in scatola. L’attività in qualche modo richiama, poi, ciò che le porterà a condividere quello che costituirà il loro segreto.

Macabro, disturbante, inquietante.

Tra le figure femminili descritte abilmente dall’autrice Natsuo Kirino spicca quella di Masako, mente vivace, irrequieta e carismatica, che costituirà il perno del romanzo, da collocare tra l’horror ed il thriller con qualche sfumatura rosa.

I personaggi maschili appaiono quasi tutti fragili. Inevitabilmente, essi scappano o si nascondono dietro paraventi costituiti da insicurezze e pulsioni infantili.

La lettura scorre veloce perché la storia appassiona e rende il lettore avido relativamente al prosieguo. L’epilogo, tuttavia, lascia perplessi non tanto per quel che riguarda il contenuto ma soprattutto per la forma sintattica e stilistica adottata dall’autrice. Troppi refusi, ripetizioni di frasi e di concetti che inevitabilmente appesantiscono il finale della storia, rendendola poco credibile e un tantino eccessiva. Tuttavia, l’autrice riesce a mio parere nell’intento di far emergere la complessità del carattere di Masako, riuscendo finanche a rendere piacevole ed intrigante un personaggio che certamente non spicca per empatia!