C’è la battuta di pesca, la pesca di beneficenza, l’espressione dialettale “vattelapesca” e poi il frutto del “Prunus Persico”, la pesca, oggi pomo della discordia più di quanto lo sia stato un altro famoso pomo, la mela, ai tempi di Adamo ed Eva.

Tanta polemica intorno allo spot dell’Esselunga che vede come protagonista una bambina, presumibilmente figlia di genitori separati, che porta in dono al papà una pesca (appunto!) acquistata al supermercato insieme alla mamma, accompagnandola al messaggio “questa te la manda la mamma”.

In questi giorni ho visto e letto di tutto.

Si sono espressi in merito associazioni di genitori separati, psicologi, politici, vignettisti, comici, i soliti “leoni da tastiera”.

Ho trovato alcune considerazioni valide. Altre mi hanno fatto inorridire. Alcune immagini, come quella della banana al posto della pesca, mi hanno fatto sorridere.

Nel mio piccolo, da madre separata con due figli oggi adolescenti, cresciuti a “pane e valigie” credo che lo spot della Esselunga, sebbene non mi piaccia molto, non vada demonizzato.

Lo spot pubblicitario, peraltro, è un video di breve durata, normalmente meno di un minuto, ideato per promuovere un prodotto o un servizio, una struttura o un territorio. Affinché sia efficace esso deve colpire lo spettatore, far lavorare la sua immaginazione e spronarlo a compiere un’azione.

Ora, benché io non sia sicura del fatto che la Esselunga abbia con il suo nuovo spot colpito a tal punto lo spettatore da condizionarne le scelte, è probabile che la finalità del “Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli” abbia colto nel segno.

Le Famiglie oggi hanno contorni sbiaditi, sono composte da pochi o da molti, di età, sesso e generi diversi.

I bambini soffrono per la separazione dei genitori?

Si.

Vorrebbero che i genitori tornassero insieme?

Si.

Cercano, con gli strumenti che hanno a disposizione, di fare qualcosa perché ciò avvenga?

Si.

Per diversi anni, almeno fino a quando la disillusione prende il posto dell’entusiasmo, della speranza, della spontaneità e dell’utopia.

Non nascondiamo la testa nella sabbia, come gli struzzi.

La separazione dei propri genitori è un evento traumatico che lascia strascichi psicologici non indifferenti in ogni bambino che l’abbia vissuta.

Se ne può avere la consapevolezza o esserne inconsapevoli … fino a quando, poi, inevitabilmente “i nodi verranno al pettine”

Non so cosa c’entri tutto ciò con la Esselunga.

Ma so che troppo spesso la realtà delle famiglie separate resta un fatto esclusivo delle famiglie separate, a cui non sempre la società offre quel supporto – fisico, psicologico, spirituale e materiale – che pur servirebbe a render loro la vita meno complicata, ardua, difficile e sacrificata.

La Esselunga ha acceso un faro su di loro. Un’attività di sensibilizzazione piuttosto rara ai nostri giorni.

Il fatto è che le Famiglie del Mulino Bianco non esistono. E qualcuno si è finalmente preso la briga di dirlo, come il bambino della fiaba di Andersen che, durante una parata militare, ebbe il coraggio di esclamare a voce alta quello che tutti ben sapevano e cioè che “il re é nudo!”

Poi … se vogliamo dare la colpa a una pesca!