E’ bastato un fuorionda … a creare il finimondo.
Uno scampolo di battute, peraltro infelici, hanno scomodato finanche i Colori, ed uno in particolare, il Blu, colore primario insieme al Giallo e al Magenta (più comunemente noto come Rosso).
Sono giorni che l’opinione pubblica è divisa su quale sia la reale differenza tra il Blu Estoril ed il Blu China. Ed effettivamente l’impresa appare ardua.
Altro che “Cinquanta sfumature di grigio”, di rosso o di nero. Districarsi tra le mille sfumature di Blu risulta tutt’altro che semplice.
Del Blu, Renoir diceva: “Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’Impressionismo”. Questo perché gli Impressionisti non utilizzavano il nero per le ombre, ma tonalità di blu e verde.
Naturalmente il Blu ha ispirato il testo di moltissime canzoni. Così Rino Gaetano cantava “… e il cielo è sempre più blu”, Domenico Modugno “Penso che un sogno così non ritorni mai più: mi dipingevo la faccia e le mani di blu …” e Mina “blu, le mille bolle blu, blu, le vedo intorno a me, blu, le mille bolle blu, che volano, volano e volano”.
Poi c’è Raf che canta “gente lontana che porta nel cuore questo grande fratello blu” e “Blu Eyes” è uno dei capolavori artistici di Elthon Jhon.
In ambito classico, “Rapsodia in Blu” è una delle opere più belle di George Gershwin mentre Kandinsky, che era pittore, ma anche violoncellista, scrisse sulle tonalità di Blu: “Da un punto di vista musicale l’azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo”.
In effetti, ci sono tantissime sfumature (si usa dire, anche, nuances) di blu:

Carta da Zucchero, il cui nome deriva dal colore della carta con cui nei secoli passati, fino alla metà del Novecento, veniva incartato lo zucchero, che era importato dall’America e che era venduto a peso. Trattandosi di un prodotto molto costoso, il colore usato per confezionarlo divenne sinonimo ed espressione di un qualcosa di pregiato. Si colloca cromaticamente tra l’azzurro e il grigio e viene ricavato da estratti vegetali dal potere tintorio, quali il guado e l’indigofera, utilizzati in Europa fin dal Medioevo per scopi artistici e cosmetici. Successivamente, questo colore venne realizzato a partire da un pigmento minerale, il Blu di Prussia. Oggi è definito con diverse denominazioni, tra cui avion, blu balena, denim drift, light blue, che ne indicano le varie sfumature.

Blu Alice, creato da Alice Roosevelt Longworth, figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America. Il colore è usato dalla Marina Militare USA per le insegne e i vessilli dedicati a Theodore Roosevelt.

Acquamarina, prende il nome dal colore dell’omonima pietra, nota per le sue proprietà calmanti. È, infatti, il colore che evoca la calma della natura, perchè ricorda il fluire dell’acqua del mare.

Ciano (il vero colore primario della sintesi sottrattiva, non il blu come generalmente si crede). Il termine deriva dal greco kyanos che vuole dire “blu scuro” ed era riferito alle pietre preziose. Nel mondo minoico e miceneo esisteva un mestiere specifico contraddistinto da un’abilità artigianale particolare identificato con il termine kyanourgoi (in greco classico), ovvero coloro che lavoravo il kyanos che indicava un materiale blu come il cielo.

Ottanio, colorazione scoperta alla fine degli anni Cinquanta grazie alla combinazione di turchese e petrolio, che insieme formano una bellissima sfumatura che non è né verde né azzurra. Il nome ha origine dalla componente antidetonante contenuta all’interno della benzina, che si chiama, appunto, ottanio. La sua scoperta risale agli anni Cinquanta, più precisamente all’interno del mondo della moda che l’ha battezzato come il simbolo dell’eleganza femminile.

Pervinca, nuance particolare ed evocativa che deriva dal fiore della Vinca, una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. Visivamente è molto vivido e si configura come un incontro vincente tra blu, viola e grigio. Il nome ha due possibili interpretazioni, entrambe legate a termini latini: legare (da “vincire”), in riferimento forse alla capacità della pianta di aderire con molte radici al terreno, e flessibile (da “vincus”) per via dei suoi fusti. Anche in relazione alla sua etimologia al color pervinca sono state attribuite diverse qualità prettamente spirituali tra cui l’armonia e la serenità. Il color pervinca ha avuto molto successo in Italia a cavallo degli anni 70 quando l’Alfa Romeo ha utilizzato la sua sfumatura blu per produrre modelli di successo che hanno sdoganato il colore presso il grande pubblico.

Celeste, il nome deriva dal cielo che, infatt, è indicato come “volta celeste”. Celestiale è, dunque, la musica degli angeli. Celeste è il colore degli occhi più chiari e del mare lungo coste sabbiose. Celesti sono i confetti che si offrono quando nasce un maschietto. Per Riccardo Cocciante è il colore della Nostalgia.

Blu Fiordaliso, che prende il nome dall’omonimo fiore, che deriva dal francese “fleur de lys”, fiore di gigli.

Blu Dodger, che prende il nome dal colore dell’uniforme della squadra di baseball dei Los Angeles Dodgers. Il nome è citato nella canzone “Cabron” dei Red Hot Chili Peppers (“I see you in the park / You’re always wearing Dodger Blue” – “Ti vedo nel parco / sei sempre vestito di Blu Dodger”).

Azzurro, tinta nazionale della Repubblica Italiana e della sua maglia calcistica oltre che il colore tipico di porte e finestre tunisine.

Blu Acciaio, una sfumatura di blu turchese che deriva il suo nome dalla stretta somiglianza con il colore del metallo resistente. Risulta essere una delle sfumature meno vivaci di blu, tanto che viene spesso associato, per semplicità, al grigio.

Blu Savoia, una gradazione di blu di saturazione compresa fra il blu pavone ed il pervinca che deve il suo nome al fatto di essere il colore di Casa Savoia, dinastia regnante in Italia dal 1861 al 1946.

Denim, gradazione di blu che è utilizzata per i jeans. Negli anni Sessanta questo colore era un simbolo della cultura giovanile, la quale aveva adottato quello che, in precedenza, era un indumento da lavoro, il jeans appunto. Esiste anche nella versione chiara.

Blu Ceruleo, termine derivante probabilmente da “cielo”, che somiglia al cobalto ma risulta molto più coprente. Ceruleo era il maglioncino dell’apprendista de “Il diavolo veste Prada”.

Blu Reale, inventato per le divise della Corona inglese ma già presente nello stemma araldico di alcune dinastie francesi e pertanto noto ai più come “Blu di Francia”.

Cobalto, che si ottiene chimicamente combinando l’ossido di cobalto con sali di alluminio con cui probabilmente veniva ottenuto il famoso “blu di Chartres”, una tonalità particolare del vetro presente nelle magnifiche vetrate gotiche della cattedrale francese la cui composizione è stata per secoli considerata un mistero.

Blu di Persia, il colore delle ceramiche persiane e delle piastrelle utilizzate nelle moschee orientali. La Moschea Blu di Istanbul è rivestita con oltre 20.000 maioliche di questo caratteristico blu.

Blu Pavone, tonalità raffinata e cangiante che deve il suo nome ai colori verde e blu di cui si ammanta la coda del noto volatile
Blu Notte, quello più scuro, che ricorda il colore del cielo notturno, un colore intenso ma non ancora nero, che sotto alcuni tipi di luce, tuttavia, può apparire decisamente nero.

Indaco, dal nome del pigmento (essiccato e frantumato) della pianta Indigofera Tinctoria molto diffusa in India. La tintura con indaco era particolarmente popolare in Inghilterra, tanto che il fisico Sir Isaac Newton ritenne opportuno introdurlo come colore nell’arcobaleno. L’indaco sintetico, sviluppato dal 1880, sostituì largamente quello naturale, tanto che dal 1913 questo tinge anche i nostri blu jeans.

Blu di Prussia, uno dei più antichi colori sintetici ottenuto nei primi del Settecento da un chimico berlinese – e per questo associato alla Prussia – dall’ossidazione di sali di ferrocyanide. Hokusai lo ha utilizzato per la famosa Onda e Van Gogh per i suoi cieli notturni.

Blu Oltremare, che si otteneva, anticamente, dalla frantumazione del lapislazzuli, pietra semipreziosa estratta in varie località del vicino oriente. E, dato che per arrivare in Europa doveva attraversare il mare, fu definito “oltremare”.

Blu Marino (o Blu Navy), gradazione molto scura di blu, che si avvicina molto al nero che deve il suo nome al colore delle divise utilizzate dalla Marina Militare Britannica a partire dal 1748, e successivamente adottato in tutto il mondo.

Zaffiro, tonalità che assomiglia a quello della gemma omonima, anche se, nel caso della gemma, è possibile riscontrare una varietà più ampia di gradazioni. Nell’uso moderno “zaffiro” è riferito ad un blu molto profondo, ma nel secolo scorso il termine si riferiva ad una tonalità di blu molto pallida.

Blu Bondì, creato da Apple per il computer iMac originale. È stato chiamato così per il colore dell’acqua sulla spiaggia di Bondi Beach, a Sydney, Australia.

Blu Cadetto, particolare sfumatura di turchese, dai toni spenti ma eleganti, la cui definizione venne usata per la prima volta nel 1892, relativamente all’ambito militare. Più precisamente, tale particolare definizione di tinta viene utilizzata per la realizzazione delle divise utilizzate dai militari in eventi meno formali, contrapponendosi così al Blu Navy, dedicato agli incontri ufficiali.

Blu Elettrico, rappresentazione del colore del lampo. Questa sfumatura di blu prende, infatti, il nome dal bagliore di aria ionizzata prodotto da scariche elettriche. Una curiosità: è la gradazione del colore usato per la base della bandiera dell’Europa.

Turchese, il cui nome deriva dall’omonima gemma, inizialmente importata dalla Turchia, paese da cui le deriva la denominazione, che presenta questo tipico colore.

Blu Tiffany, sfumatura di blu pastello che va verso il verde acqua e che deve il suo nome a Charles Lewis Tiffany che individuò questa nuance per il suo blue book, raccoglitore della migliore collezione di gioielli e pietre preziose della famosissima gioielleria Newyorkese. Da quel momento in poi, il color Tiffany sarà il biglietto da visita del marchio, diventando sinonimo di eleganza, lusso e ricchezza.

Le tonalità di blu – qui elencate soltanto a titolo esemplificativo (ne sono state contate oltre quaranta!) – sono moltissime … benchè a noi interessino essenzialmente il Blu China e il Blu Estoril. Per tutta la querelle che ne è derivata!
Quindi vediamo:
Il Blu China – così chiamato perché ricorda il colore delle porcellane prodotte in Cina – appartiene alla stessa famiglia cromatica del Blu Estoril (quella, per intenderci, del Blu Elettrico), ma è più profondo, con sotto toni che tendono al verde e al viola.
Il Blu Estoril, ribattezzato così per richiamare le “azulejos”, le mattonelle tipiche portoghesi, è più chiaro e vibrante, tendente al turchese, contenendo al suo interno anche tracce di rosso, verde e blu.
Quindi la differenza è fondamentalmente di tono. Ma c’è anche un’altra differenza, macroscopica: il Blu China è un colore molto usato sia nella moda che nell’interior design, dove riesce ad aggiungere sempre un tocco di lusso e di formalità. Il Blu Estoril è invece una tinta usata per le carrozzerie delle automobili (la BMW ha registrato con il proprio nome la corrispondente tinta Pantone), che non si usa nella moda. Estoril, peraltro, è una ex freguesia portoghese del comune di Cascais e affacciata sull’oceano (dalle acque intensamente blu) nota anche per la sua squadra di calcio, il Grupo Desportivo Estoril Praia, la cui divisa è proprio blu anch’essa.

Certo è che se a qualcuno non fosse venuto in mente di battibeccare maldestramente sulla tonalità di blu del tailleur di una collega di lavoro – in un fuorionda che ha comportato conseguenze piuttosto gravi oltre che immediate – probabilmente il Blu Estoril sarebbe rimasta una tinta ignota alla maggior parte di noi comuni mortali che già facciamo fatica a districarci tra le tante tonalità di blu che esistono in natura perchè, si sa … si fa presto a dire blu!!