Al compimento dei diciotto anni di eta’, prima ancora di iscrivermi al corso per la patente, volli sottoscrivere la “DonorCard”, un tesserino che all’epoca cristallizzava il consenso alla donazione di organi e che doveva, per ovvi motivi, essere portata sempre con se’. E’ un gesto che ho trovato sempre molto significativo e che ritengo abbia espresso in maniera inequivocabile cio’ che io sono e il mio personale pensiero su ciò che per me significano i concetti di “Vita” e di “Morte”.

Forse non tutti sanno che in Italia ci sono novemila persone ogni anno in attesa di trapianto e che nel 2022 sono stati 3800 i trapianti di organi da circa 1800 donatori (da ogni donatore si possono, infatti, ottenere più organi). La disponibilità delle persone a disporre la donazione degli organi quindi esiste nel nostro Paese ed e’ perfino in crescita. C’è tuttavia ancora un gap da colmare fra organi necessari e disponibili. La volontà di donare organi e tessuti post mortem si può disporre anche in occasione del rinnovo della carta di identità. Sono però ancora troppi i «no» alla donazione espressi all’anagrafe: nel 2023 le dichiarazioni di volontà alla donazione registrate attraverso il rinnovo delle carte d’identità sono state 3,3 milioni, con una percentuale di no del 31,8%. La donazione è un gesto di solidarietà, che i cittadini possono disporre con serenità e fiducia. Tutto il processo che va dalla donazione al trapianto è trasparente e rigoroso. I prelievi e i trapianti di organi sono realizzati in ospedali pubblici ad opera di personale altamente specializzato. La donazione avviene solo dopo la diagnosi clinica di morte e il suo accertamento legale. Il corpo del donatore viene trattato con grande rispetto. La ricerca e la tecnologia consentono interventi sofisticati, a vantaggio dei pazienti.

Donare un nostro organo ci consentirà di vivere ancora … e consentirà di vivere ancora a chi era inappellabilmente condannato a morire!