Oggi si celebra in Italia la Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. La legge 45/2016 la ha istituita al fine di ricordare “chi ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alle miserie”. E’ stata scelta questa data perché il 3 ottobre 2013 al largo delle coste dell’isola di Lampedusa, trecentosessantotto migranti morirono in mare in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo dall’inizio delle ondate migratorie degli ultimi venti anni. Secondo l’OIM (International Organization for Migration), che dopo il naufragio del 3 ottobre 2013, ha avviato il progetto “Missing Migrants” per documentare tutti i casi di migranti morti o dispersi nel mondo, infatti, dal 2014 ad oggi sarebbero oltre 30mila i migranti che risultano deceduti o dispersi nel Mediterraneo. Ora, vero è che nell’ambito del fenomeno migratorio vanno fatte le dovute distinzioni in ordine alle cause ed alle modalità del medesimo, ma è piuttosto paradossale che proprio ieri il Governo italiano abbia varato il nuovo “decreto flussi”, cioè un provvedimento con cui vengono fissate le quote di ingresso per gli stranieri che vogliono entrare in Italia per motivi di lavoro, distinte per lavoratori stagionali, autonomi e subordinai non stagionali. Il decreto consta di diciotto articoli ad integrazione delle regole definite con la programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025. Il decreto interviene sull’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia, sulla tutela e sull’assistenza alle vittime di caporalato, sulla gestione dei flussi e della protezione internazionale. In direzione della semplificazione sono senz’altro le norme che prevedono che il datore di lavoro possa eleggere un domicilio digitale e completare la procedura fino alla firma del contratto per via telematica, senza doversi presentare allo sportello unico per l’immigrazione. Al fine di evitare truffe si dispone, inoltre, l’inibizione al sistema per i successivi tre anni di quei datori di lavoro che non stipulano il contratto dopo l’ingresso dello straniero o per quelli che utilizzano lavoratori senza contratto. Si dispone, poi, un tetto massimo di domande attivabili dal datore di lavoro in base al suo fatturato, al numero delle risorse umane impiegate in azienda e al settore di attività. Si impone l’obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione da parte del datore di lavoro prima del rilascio del visto d’ingresso. Per i lavoratori stranieri che, al termine del contratto stagionale, intendessero rimanere in Italia è prevista la possibilità di stipulare un nuovo contratto entro 60 giorni dalla scadenza del precedente (sempre che il nulla osta sia ancora valido) ed inoltre la possibilità che i contratti stagionali vengano trasformati in tempo determinato ed indeterminato. Restano in vigore i canali di ingresso speciali per i rifugiati e apolidi. Per quel che concerne il caporalato, si riconosce alle vittime il permesso di soggiorno speciale di sei mesi, rinnovabile. Si introduce sperimentalmente per l’anno 2025 una quota specifica di diecimila lavoratori impiegati per la cura e l’assistenza dei anziani e disabili. Il decreto flussi contiene, infine, una stretta sulle ONG, prevedendosi che gli aerei delle associazioni umanitarie che pattugliano il Mediterraneo, individuando imbarcazioni cariche di migranti, informino prontamente gli enti territorialmente competenti, attenendosi alle loro direttive, pena una multa fino a diecimila euro e il fermo dell’aeromobile.
Di Francesca|2024-10-03T16:19:57+02:00Ottobre 3rd, 2024|Categorie: Blog, La Legge|Tag: flussi, Governo, lavoro, migranti, nulla osta, ONG, quote d'ingresso|Commenti disabilitati su MIGRAZIONI … il nuovo “decreto flussi”