Si dice che i gamberi camminino all’indietro. Non è vero. In realtà essi camminano in avanti ma fanno un balzo indietro quando fiutano il pericolo. È quello che accade a me quando le persone che mi sono davanti o con cui mi relaziono compiono qualche gesto che non mi piace, che mi infastidisce, che trovo infelice o inopportuno.
Un pericolo per quello che io sono e intendo essere.
Mi chiudo. Mi ritiro. Torno indietro, involvo. Tutto quello che ho donato me lo riprendo, se posso. Altrimenti ci metto una pietra sopra e … amen! Accade nelle relazioni, di qualsiasi genere.
Va tutto bene finché un gesto, una parola, un comportamento non mi fa aprire gli occhi e riflettere … ma veramente mi piace questa persona? Si insinua il dubbio e tra il dubbio e me vinco sempre io.
Sarà per quell’eccessivo individualismo che tanti mi imputano, per l’egoismo, per lo spirito di conservazione che alberga in me da tempo, per la mancanza di fiducia nel prossimo, per il disincanto che mi rappresenta … ma io scelgo la solitudine, l’accogliente dimora del mio essere, la familiare dolcezza del mio animo spigoloso e pungente.
Non voglio altro. Voglio andarmene. Lasciando che l’altro insegua la perfezione di un sogno che svelerà il suo effimero all’alba del nuovo giorno.