«Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia». E come potrebbe lasciarmi indifferente una frase del genere!! Ho appena terminato un libro che ho iniziato a leggere due giorni fa. Era da tanto che non mi capitava che un romanzo mi appassionasse così, al punto da voler arrivare alla fine divorando letteralmente il testo. “Trilogia della città di K.” di Agota Kristof è un romanzo ma in realtà ne sono tre. Non lo si comprende subito. Diciamo che il mosaico prende corpo soltanto negli ultimi capitoli. Ma i primi sono così intensi e intriganti che si è portati a leggere con veemenza e interesse. Ci sono momenti in cui qualcosa sfugge … ma poi tutte le tessere trovano la loro giusta collocazione. Ad essere onesta, è quel genere di libro (ma mi capita anche con alcuni film, tipo “C’era una volta in America”, il mio preferito!) che rileggerei alla luce dei “colpi di scena” finali, quelli che ti consentono di interpretare i frame iniziali in maniera diversa e più adatta ad innestarsi nella storia che intanto prende corpo. Un libro piacevole anche per la fluidità del discorso. Semplice e magnetico. Veramente unico nel suo genere, niente affatto banale e consigliato a tutti!