Ci sono libri che non deludono. E l’Arminuta di … Donarella Di Pietrantonio è uno di questi. Storia di una tredicenne “restituita” alla famiglia di sangue che si adatta a un nuovo stile di vita e che trova, nel pur difficile inserimento in un contesto nuovo e diverso da quello della sua prima formazione, la forza per emergere e per distinguersi dagli altri. C’è tanta ingenuità in lei … quella che la porta ad immaginare i motivi della separazione dalla famiglia con la quale è cresciuta sin dalla nascita, per giustificare il suo essere “spostata” da un nucleo familiare ad un altro. Ma anche tanta forza, tanta determinazione, che la porteranno a farsi avanti e a domandare, lei per prima – e non chi realmente avrebbe dovuto fornirle risposte – le ragioni di comportamenti assurdi ed incomprensibili, soprattutto agli occhi di un’adolescente che ancora non conosce le “storture” della Vita. Un bel romanzo che vale la pena leggere per avvicinarsi ad una terra sospesa tra mare e monti come l’Abruzzo, dove l’immagine della vita semplice, campestre e dei suoi scenari bucolici fa da contraltare a quella più vivace ed evoluta che si svolge nei pressi di una riva disegnata dal moto ondivago del mare. Moto ondivago … che è esso stesso motore delle vite di tutti!