Ci sono “luoghi del Cuore” che puoi non frequentare per anni ma che poi, quando ci torni, ti donano serenità e benessere come neanche un prestigioso centro termale categoria luxury.

“Luogo del Cuore” per me è il “Villaggio Elea” ad Ascea, in provincia di Salerno, in cui sono tornata dopo un anno impegnativo sotto tutti i punti di vista, per un lungo week end insieme ai miei figli ed agli amici più cari.

Perché “luogo del Cuore”?

Perché in un’epoca come quella attuale – dove viaggiare è diventato piuttosto ordinario (salva la parentesi Covid) e non occorre più essere benestanti per consentirsi una vacanza fuori dal perimetro delle proprie mura domestiche o del proprio comune di residenza – le mete possono essere catalogate a seconda delle emozioni che ci trasmettono.

Ed allora avremo luoghi in cui ci rechiamo per arricchirci culturalmente (è il caso delle città d’arte, per esempio) o per ammirare la natura selvaggia (pensiamo ai paesi dell’Africa o del Sud America) oppure per sperimentare la nostra resistenza fisica (pensiamo alle cime di ghiacciai asiatici o alle isole vulcaniche sperdute negli oceani).

Poi ci sono i “luoghi del Cuore” appunto, dove torniamo per essere stati sempre bene, in ogni periodo della nostra vita, senza che debbano per forza essere catalogati come quelli summenzionati.

Luoghi che infondono calma, serenità, benessere.

Luoghi dai quali lasciarsi accarezzare per la confidenza che hai con loro e che loro hanno con te.

Luoghi magici che non hanno nulla di speciale e che, pur tuttavia, manifestano la loro specialità proprio nella semplicità e nella genuinità che li caratterizzano.

Il Villaggio Elea ha rappresentato per me l’esordio.

L’esordio nel mondo del lavoro estivo; quello che consente normalmente ai giovani studenti di guadagnare quel tanto (ma sarebbe più opportuno dire “quel poco”) che basta loro per essere indipendenti, quanto meno nelle piccole spese.

Io venivo da due stagioni estive trascorse lavorando come hostess nei villaggi “Valtur” quando mi venne proposto di lavorare all’Elea.

Vennero subito dai proprietari avanzate delle perplessità, come se l’esperienza precedente in una realtà che all’epoca appariva all’intero comparto turistico come il gigante Golia, potesse determinare in me una qualche delusione.

E invece accadde il contrario.

Per me fu molto, ma molto più gratificante lavorare all’Elea, in un ambiente che trovai molto meno patinato e finto di quanto non era il “mondo Valtur” e molto più genuino, semplice ed effervescente … insomma, un’altra Storia.

Risvegli muscolari, lezioni di step e aerobica in acqua. Spettacoli teatrali, musical, balli di gruppo. Scampoli di ore di riposo e buon cibo, come oggi.

Primi flirt, simpatie, amori.

I vent’anni di tutti, insomma!!

Poi ci sono tornata da mamma, con il marito e ii figli piccolissimi; e poi con i figli un po’ più grandi, alternando il soggiorno con il padre, dal quale nel frattempo mi ero separata; ed oggi ci torno con i figli adolescenti, che ogni volta è una storia per venir via da lì una volta terminata la vacanza.

Per farla breve, all’Elea ci sono tornata ogni qualvolta ho sentito l’esigenza di un “luogo del Cuore” … di un luogo, cioè, dove ritemprarmi e lasciarmi coccolare dal calore e l’affetto di chi gestisce questo villaggio da oltre cinquant’anni, ponendo una cura ed un’attenzione verso gli Altri veramente molto rara.

Che, sottolineo, non è la “classica” cura ed attenzione; quella che ciascuna struttura ricettiva si presume pratichi nei confronti della propria clientela; perché è qualcosa di più e di diverso.

Qualcosa che esula dal lusso e dall’alto profilo del settore turistico. Qualcosa che prescinde dal numero di stelle che gli alberghi e le strutture ricettive in genere si appuntano al petto per la qualità dei loro servizi.

Perché è la cura e l’attenzione che ti riserva in genere la Famiglia; l’accoglienza, in particolare, di una Famiglia allargata, dove ogni singolo componente trova estremamente naturale stringere empaticamente relazioni affettive con gli Altri, ciascuno con le proprie diversità ed esperienze di vita.

Si mangia divinamente, si va al mare in un lido perfettamente curato in ogni minimo dettaglio (la raccolta differenziata in ogni angolo!), ci si diverte con un’animazione che non è mai invadente, si gode del Tempo a disposizione che quasi si ferma quando sei lì … rispettoso dei ritmi lenti e cadenzati che soltanto una vacanza può donarti.

Si sta bene, insomma.

Che è quanto di più importante oggi si possa desiderare!!