Ho sempre pensato di essere fortunata. Una Vita sufficientemente impegnativa da non annoiare, con “fuori programma” che hanno comportato deviazioni di percorso abbastanza significative e fuochi d’artificio che ne hanno illuminato i tratti più impervi e complicati. La rete di protezione è stata costituita dall’Amicizia, intesa proprio come quel “rapporto fatto di fiducia, simpatia, affetto e reciproca scelta, che si riscontra in ogni tempo e in ogni luogo, ma che nessuna teoria può spiegare del tutto”. Ci hanno provato in tanti a spiegarne il significato, il senso. Cicerone, Gibran, Ben Jelloun. Testi importanti e significativi. Ora ci provo io. Nel mio piccolo e senza alcuna pretesa o presunzione. Descrivendo semplicemente il mio rapporto con Bianca, una delle mie più care Amiche, che oggi compie cinquant’anni. Potrei sembrare poco carina nel menzionare così pubblicamente la sua età ma, per spiegare la robustezza del nostro legame, devo necessariamente partire dalla sua origine. Due bambine di quattro anni si incontrano nella allora unica e prestigiosa scuola di danza del territorio in cui vivono. Si piacciono e si scelgono. Ecco. L’Amicizia per me è essenzialmente una Scelta. Non scegliamo i genitori, i figli, i fratelli, le sorelle. Non scegliamo neanche gli insegnanti, gli alunni, i colleghi o i datori di lavoro. Scegliamo gli amici perché proviamo nei loro confronti curiosità e interesse che costituiscono i presupposti affinché si crei un rapporto di reciproca simpatia e benevolenza. Ciò che lega i nuovi amici è il piacere di stare e crescere insieme. Io e Bianca ci siamo incontrate, scelte e piaciute subito. Quel primo giorno di scuola, sulle scale del locale adibite a camerino per le più piccole, e poi nell’ampia sala, dove abbiamo preso posto scegliendo di “lavorare” vicine … fianco a fianco al suo centro e poi, successivamente, una dietro all’altra alla sbarra. Avevamo vite diverse. I nostri genitori provengono da contesti diversi. Svolgevano professioni diverse. Noi frequentavamo scuole diverse. In paesi diversi. Noi stesse eravamo diverse. Non solo esteticamente. Lei bionda ed io mora; lei occhi chiari ed io scuri, lei giunonica ed io esile. Ma anche caratterialmente. Eppure questa diversità è stata la nostra forza. Perché ce ne siamo nutrite arricchendoci vicendevolmente di contenuti importanti. Da bambine siamo diventate dodicenni frequentandoci unicamente quelle due, tre ore settimanali in cui condividevamo la nostra passione per la danza classica. Da adolescenti, poi, quando Bianca ha lasciato la scuola di danza e le occasioni di incontro si sono diradate, abbiamo continuato a vederci ed a sentirci sporadicamente, perché allora non esistevano i cellulari ed i nostri genitori non ci lasciavano uscire frequentemente. Quei pochi incontri che riuscivamo a organizzare si rivelavano, tuttavia, intensi e proficui in termini di crescita personale e del nostro rapporto di amicizia. E quelle diversità che ci caratterizzavano – e che si cristallizzavano in noi in maniera sempre più netta e nitida – anziché allontanarci, ci rendevano sempre più interessanti l’una all’altra, in un’osmosi che ci ha reso complementari e compatibili oltre ogni ragionevole dubbio. Poi abbiamo condiviso il percorso universitario. Io ho letteralmente volato e ricordo come se fosse ieri il giorno in cui era fissata la mia seduta di laurea. Era dicembre. La mattina alle otto lei mi fece recapitare una enorme guantiera di dolci e pasticcini per colazione. Dai vent’anni ai trentacinque sono stata lontano dalla Penisola Sorrentina, per scelte lavorative ma non solo. Questo non ha impedito la crescita del nostro rapporto. Ci sentivamo telefonicamente e ci incontravamo quando tornavo a casa, di solito durante le festività o in estate, per salutare i miei genitori, zii, cugini ed amici. Ma … ero sempre io a contattarla. Come prevalentemente è avvenuto con tanti amici e amiche. È come se quella “rete” a cui prima facevo riferimento, io l’abbia così intensamente desiderata da tesserla con cura, amore, dedizione. Sono state le mie scelte relazionali. Ovunque io sia stata, in qualunque città abbia vissuto, qualsiasi luogo di lavoro o di svago io abbia frequentato, posso dire di aver scelto con cura le persone con cui relazionarmi e poi … mi sono presa cura di loro. Persone con cui avevo il piacere di condividere tempo, denaro, emozioni, occasioni di crescita personale, professionale, sentimentale; di scambiare confidenze e curiosità intellettuali. Bianca ha rappresentato tanto per me. È stato un po’ il mio “Grillo Parlante”. Ha costituito la saggezza, la concretezza, l’occhio imprenditoriale, l’oculatezza, la razionalità e, talvolta, la lucidità necessaria nell’analisi di casi e situazioni che mi vedevano coinvolta emotivamente e sentimentalmente. È senz’altro stata una grande risorsa per me che sono passionale, sensibile, istintiva, idealista, indipendente, empatica, ottimista e fiduciosa nel futuro e nel prossimo. Abbiamo vissuto lontano l’una dall’altra fino a quando non sono rientrata alla “base”. Da quel momento, abbiamo condiviso molte esperienze importanti, che hanno cementato il nostro già solido legame. La gravidanza dei primi figli, il fallimento dei nostri matrimoni, l’attività professionale, il ruolo di madri con tanto impegno e responsabilità. Complici e confidenti. Come due sorelle … più di due sorelle talvolta. L’ho sempre avuta a fianco. Quando c’era da gioire per un traguardo raggiunto e quando c’era da leccarsi le ferite dopo un fallimento devastante. In termini materiali, fisici, empatici e psicologici. Con parole e gesti concreti. Come quando mi ha accompagnato all’areoporto per un volo alle quattro del mattino. O quando si è catapultata a casa mia alle undici di sera sentendomi piangere al telefono per una colica addominale. C’era e c’è sempre stata … ed è una gioia per me. Un dono che mi è stato fatto da bambina e che ho custodito come soltanto i bambini sanno fare con quei tesori che ai loro occhi hanno un valore inestimabile pur essendo, magari, costituiti da biglie di vetro colorato, ciottoli di mare levigati, bottoni e stelline luccicanti di latta. Perché io, lo sai, un po’ bambina lo sono rimasta … e per me tu sei e sarai sempre speciale. Buon Compleanno Amica Mia. Che la Vita ti sorrida … con la indubbia certezza che io ci sarò sempre … se e quando eventualmente metterà il broncio!