Oggi in Italia per la prima volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato l’incarico di formare il Governo a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, partito dall’ideologia di estrema Destra. La circostanza fa notizia anche perché è la prima volta nell’Italia repubblicana che una donna riceve l’incarico di formare un Governo, fatto salvo il caso in cui nel 1987 l’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, affidò il predetto incarico a Nilde Iotti (ma si trattava di un mandato puramente esplorativo). Così Giorgia Meloni, alle ore 16,30 di oggi 21 ottobre 2022 – ad un mese circa dalle elezioni parlamentari che hanno consacrato il partito da lei fondato nel 2012 come quello che è attualmente il partito di maggioranza relativa in Parlamento – ha accettato l’incarico “senza riserva”, indicando immediatamente i nominativi dei componenti della sua squadra di governo. Chi mi conosce sa che sono e mi ritengo “donna di Sinistra”. Probabilmente di Centro-Sinistra. Ad ogni modo, nell’uno come nell’altro caso, mi rammarica onestamente il fatto che proprio la Sinistra, che da sempre ha fatto della lotta contro la discriminazione sessuale ed in favore della parità di genere, uno dei baluardi della propria battaglia politica, si sia lasciata sfuggire questa importante opportunità.
Opportunità colta, invece, dalla Destra che oggi può affermare – avendolo dimostrato con i fatti – di essere l’antesignana della effettiva parità di genere per aver sfondando quel “soffitto di cristallo” che ha impedito, fino a questo momento, alle nostre parlamentari di ricoprire ruoli apicali in ambito politico. Non mi è mai piaciuto nella Meloni quel suo atteggiamento da “pescivendola” (non me ne vogliano le pescivendole!!) che l’ha portata negli anni ad utilizzare un linguaggio prevaricatore e violento nella forma come nei contenuti. Devo ammettere, però, che si è rivelata una donna intelligente, determinata, coerente e niente affatto manipolabile. La chiarezza dell’esito elettorale le conferisce credibilità ed autorevolezza con le quali dovrà gestire personalità variegate sia dentro che fuori la sua squadra di governo. Voglio auspicarmi che sia in grado di amministrare il Paese con la stessa determinazione, abnegazione, costanza e coerenza con cui ha fatto opposizione in Parlamento per dieci anni, mettendo a frutto tutta l’esperienza maturata sul campo ed adottando quella “saggezza” che sembra aver acquisito all’esito delle elezioni politiche, allorquando ha repentinamente mutato l’atteggiamento summenzionato con un molto più britannico low profile.
Non ho pregiudizi. Il programma politico è, in parte, condivisibile: lotta all’evasione fiscale, una piattaforma online per promuovere il made in Italy, assunzione dei giovani con sgravi fiscali per le imprese (secondo la formula “più assumi meno paghi”), promozione di stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze giovanili come droga, alcolismo, gioco d’azzardo patologico, bullismo e baby gang. Riduzione delle pensioni d’oro e aumento di quelle minime, riduzione dei tempi d’attesa nella sanità. Tetto al prezzo del gas, si a trivelle, rigassificatori e nucleare. Difesa nazionale e sostegno militare all’Ucraina. Dal punto di vista della politica economica, sono senz’altro più liberista che collettivista e magari, quindi, una maggiore attenzione alla intraprendenza, al merito ed alla competenza, a discapito dell’appiattimento salariale e dei sussidi a pioggia sostenuti da sempre dalla politica sindacalista ed assistenziale della Sinistra, poterebbe trovarmi d’accordo. Dal punto di vista dei diritti civili, invece, l’auspicio è che non vengano calpestati e/o dimenticati. Per il resto, non starei a preoccuparmi del fatto che alcuni Ministeri abbiano cambiato nome e che oggi esista il “Ministro della Famiglia e Natalità” unitamente a quello delle “Pari Opportunità” o il “Ministro della Istruzione e del Merito” in luogo di quello unicamente “della Istruzione”; o anche il “Ministero della sovranità alimentare” unitamente a quello “dell’Agricoltura”.
Poi, in fondo, sono contenta. Ci sarà il “Ministero del Mare”!

Non ho pregiudizi, dicevo. Quindi, buon lavoro a Giorgia Meloni ed al suo esecutivo.

In fondo, la democrazia si fonda sulla sovranità popolare (art. 1 della Costituzione) e la sovranità popolare, in questo caso, ha dato indicazioni più che precise. Indicazioni che dunque, in quanto tali, andranno pedissequamente rispettate!