Allora, facciamo ordine. Perché i pensieri e le emozioni sono tante. Cosa mi è rimasto di questo ennesimo tour nel Mediterraneo a bordo di una nave da crociera?

Il “Mare nostrum” lo guardi dall’alto e, benché non sia l’oceano, ci sono tratti in cui l’orizzonte rimanda soltanto l’immagine di una distesa d’acqua infinita senza soluzione di continuità. Rilassante ammirarla dal balcone della cabina o da uno dei ponti della nave, perdendosi in in un paradiso dal colore dei lapislazzuli.

Tanti i momenti in cui mi sono “persa” … nel silenzio rotto soltanto dal rumore dell’inquietudine del mare.

L’imbarco è avvenuto a Bari.

Prima tappa della crociera: Monfalcone.

Devo ammettere che per me la destinazione coincideva unicamente con i cantieri navali dove si costruiscono le navi più grandi del mondo. Ed ero speranzosa che un amico che lavora nel settore riuscisse a farmi da Cicerone, guidandomi alla scoperta del mondo della cantieristica navale che tanto mi affascina e che tocca, seppur marginalmente, sotto l’aspetto normativo e contrattuale, quel Diritto della Navigazione che insegno a scuola e che contribuisce alla formazione tecnica degli allievi ufficiali di coperta e macchine.

Invece non è stato possibile effettuare l’escursione tra i colossi di acciaio in costruzione presso il cantiere ed ammetto che la circostanza mi ha lasciato abbastanza delusa ed amareggiata.

Cantieri di Monfalcone

Nel contempo, ho avuto, però, la possibilità di “annusare” Trieste e quel coacervo di culture, tradizioni e lingue che la caratterizzano, visitando, ad esempio, il Castello di Miramare e passeggiando per le eleganti vie della città che ho eletto quella con la piazza più bella del mondo: sul mare!

Piazza Unità d’Italia a Trieste

Il palazzo di Miramare, costruito da Massimiliano d’Asburgo e arroccato sul Golfo di Trieste, mi ha ricordato un altro palazzo reale visitato qualche giorno dopo a Creta: il Palazzo di Cnosso.

L’isola di Creta rappresenta da sempre una località molto affascinante per me che ho alle spalle studi classici. Ci colloco immediatamente le antiche civiltà minoica e micenea, con le lineari A e B. E che saranno mai queste “lineari”? Null’altro che due sistemi di scrittura utilizzati nell’isola di Creta dal 1900 al 1350 a.C. e che, scoperti da Arthur Evans i primi del Novecento, hanno consentito, pur con enormi difficoltà, di conoscere la vita e la cultura dell’epoca.

Il Palazzo di Cnosso è quello, per intenderci, del mito del Minotauro. Chi era costui?

L’essere mostruoso, con il corpo di uomo e la testa di toro, che nacque dall’unione della regina Pasifae, moglie del re Minosse, con il toro bianco donato a quest’ultimo dal dio del mare Poseidone. Come è noto, al Minotauro, che viveva nel famoso “Labirinto” (ma l’intero palazzo costituito da Dedalo, con le sue circa millecinquecento stanze, era, in realtà, il “Labirinto”) venivano sacrificati ogni anno un certo numero di giovani ateniesi (Atene aveva, infatti, perso la guerra contro i Micenei e questo era il tributo che Minosse aveva imposto ai vinti!). Fino a quando Teseo, il giovane figlio del re ateniese Egeo, si reco’ a Creta per ucciderlo e, innamoratosi della principessa Arianna, lo fece con l’aiuto di quest’ultima e del suo, anch’esso famosissimo, “filo”.

Si racconta, poi, che Teseo decise di portare Arianna con se’ in Grecia, ma che poi l’abbandono’ sull’isola deserta di Nasso (da qui l’antico detto “piantare i-Nasso” una persona!!). Ed inoltre che, pur avendo concordato con il padre che, se fosse riuscito nell’impresa di uccidere il Minotauro, egli sarebbe rientrato in Grecia con le vele bianche spiegate in luogo di quelle nere con le quali era partito, si dimenticò di cambiarle alla partenza da Creta ed il padre, guardando dalla balconata del palazzo il sopraggiungere della nave del figlio con le vele nere e credendolo per ciò morto ucciso dal Minotauro, si gettò nel mare antistante, che per questo prese il nome di Egeo.

La mitologia greca è meravigliosa. Tutto ha un significato, ma non è questo il luogo per dilungarsi.

Stavo parlando della mia crociera nel Mediterraneo.

Prima di giungere a Creta ho fatto il bagno in un’acqua cristallina dalle mille sfumature di blu. In una spiaggia dalla sabbia bianca come quella delle Maldive.

Il mare di Cefalonia, isola della Grecia ionica, mi è parso limpido e pulito, fresco e invitante. Sulla spiaggia mi sono dilettata a leggere, ascoltare musica rilassante, fare fotografie che cristallizzasero i colori (impossibile!) e ad impastare polpette di sabbia (il mio gioco preferito da bambina!).

Cefalonia

L’ultima tappa di questo mio viaggio sul Mediterraneo orientale è stata Bodrum, in Turchia. C’ero già stata anni fa, quando partii in caicco per un giro che mi desse l’opportunità di conoscere le coste turche, delle quali ho un ricordo meraviglioso. A Bodrum colori, odori e sapori di un mondo al confine con quello occidentale. Spartiacque tra due culture diverse ma ambedue affascinanti. Ho comprato dei tappeti colorati per la mia camera da letto e diversi manufatti locali perché sono sempre attratta dall’ artigianato in tutte le sue variegate sfumature e perché mi piace che un qualsiasi oggetto, anche il più insignificante di valore, mi ricordi il contesto e il momento in cui è stato acquistato.

La crociera in se’ non è certo la tipologia di viaggio che preferisco ma devo ammettere che consente di “farsi un’idea” dei luoghi che piacerebbe poi visitare in maniera più approfondita. È un “mordi e fuggi” che lascia spesso l’amaro in bocca perché non si è riusciti a visitare questo o quel luogo, quel museo, quel promontorio, quelle grotte, quel castello, quella spiaggia, quel cantiere, quel negozio. Ma poi si torna in nave e ti affacci dal ponte. Guardi quella distesa immensa di acqua su cui quei colossi d’acciaio galleggiano e ti chiedi come funziona … grande Archimede che ne dedusse il principio … io non ci sarei arrivata!

Bodrum

E la nave salpa dal porto e noti che la terra si allontana, sempre di più, sempre di più, fino a scomparire del tutto. E quella scia bianca che segue sempre la nave suscita emozioni e stati d’animo contrastanti come quelli che si provano dicendo addio a qualcosa di stabile, solido, sicuro e rassicurante come la terraferma e quelli che si provano andando incontro a qualcosa di nuovo, affascinante, eccitante e interessante come il mare e le nuove terre da scoprire.

Ed è qui che mi viene in mente Ulisse, la sua follia così ben descritta da Dante nella Divina Commedia:

“O frati”, dissi “che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia d’i nostri sensi ch’è del rimanente, non vogliate negar l’esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.